Trieste Il Faro della Vittoria

Il Faro della Vittoria è un’opera imponente (alta 67,85 metri) e comprende due importanti funzioni: commemorare i marinai caduti nella Prima Guerra Mondiale e
guidare la navigazione notturna nel golfo di Trieste (la lanterna è collocata a 130 metri sopra il livello del mare, compie un giro attorno all'asse in 45 secondi e sprigiona una luminosità di circa 1.250.000 candele con una portata media di 35 miglia). L'idea di costruirlo nacque all’architetto triestino Arduino Berlam (1880-1946) già nel 1917, poco dopo la disfatta di Caporetto e la battaglia del Piave, e prese corpo nel dicembre 1918, appena finita la guerra. Come sito, venne quasi subito scelto il Poggio di Gretta, che offriva un assetto ottimale: 60 metri sul livello del mare che assicurano una posizione dominante, terreno roccioso e un ampio basamento dalle solide fondamenta che ingloba il bastione rotondo dell'ex-forte austriaco Kressich, completato nel 1854. Il progetto per il Faro fu di Arduino Berlam e i lavori iniziarono nel febbraio 1923 per concludersi (a un costo complessivo di lire 5.265.000) il 24 maggio 1927, con una cerimonia di inaugurazione alla presenza del Re Vittorio Emanuele III.  La possente ma slanciata struttura, dal peso complessivo di 8.000 tonnellate, è rivestita esternamente da 1.300 metri cubi di pietra istriana di Orsera nella parte superiore e di pietra carsica di Gabrie (Doberdò) in quella inferiore. Completano l’edificio 2.000 metri cubi di calcestruzzo e undici vagoni di ferro pari a 100 tonnellate.
Sopra la grande colonna, un capitello sostiene la "coffa" (così definita con esplicito riferimento agli alberi delle navi), in cui è inserita la gabbia di bronzo e cristalli della lanterna, coperta da una cupola in bronzo decorata a squame. All’apice della cupola svetta la statua in rame della Vittoria alata, opera dello scultore triestino Giovanni Mayer (1863-1943), realizzata dall’artigiano del rame e del ferro Giovanni Sebroth: il peso è di circa 7 quintali.
La parte ornamentale è completata, in basso, dalla potente figura del Marinaio Ignoto, opera dello stesso Mayer, realizzata dal maestro scalpellino Regolo Salandini con l'impiego di 100 tonnellate di pietra di Orsera. Sotto la statua è affissa l'ancora del cacciatorpediniere Audace (prima nave italiana a entrare nel porto di Trieste il 3 novembre 1918), donata dall'ammiraglio Paolo Thaon di Revel, ministro della Marina del Regno d’Italia. Ai lati dell’ngresso del Faro sono posti due proiettili della corazzata austriaca Viribus Unitis. Su una grande piastra in pietra è incisa l’iscrizione
"A.D.MCMXXVII
 Splendi e ricorda
i Caduti sul mare
MCMXV-MCMXVIII".
 Dopo sette anni di chiusura totale e alcuni restauri, il Faro è stato riaperto al pubblico il 18 maggio 1986, grazie all’interessamento della Provincia di Trieste e col concorso dell'Azienda Autonoma e Soggiorno.

Il Faro della Vittoria dipende dal Ministero della Difesa ed è tenuto aperto al pubblico grazie a una convenzione con la Provincia di Trieste. Attualmente, è visitabile solo fino al primo terrazzo e al monumento ai caduti del 1915-18.

Il servizio di guida e sorveglianza è gestito dalla Cooperativa La Collina, tel. 040 8323201 fax 040 816541
 

Ingresso gratuito

Dove:

strada del Friuli 141 (tel. 040410461)

Quando:
lunedì chiuso

·         martedì 9.00 - 12.00 e 16.00 - 19.00

·         mercoledì 16.00 - 19.00

·         giovedì 16.00 - 19.00

·         venerdì 9.00 - 12.00 e 16.00 - 19.00

·         sabato 16.00 - 19.00

·         domenica e festivi 16.00 - 19.00

ultima visita 15 minuti prima della chiusura


Come arrivare:
autobus n. 42, 44 e 46 (tutti in partenza dalla centralissima piazza Oberdan).

 

Trieste Piazzale marinai d'Italia

davanti la stazione marittima

Monumento ai marinai scomparsi  in mare

 

Civico Museo del Mare


Il Civico Museo del Mare, per ricchezza di collezioni, si colloca in primo piano tra gli istituti similari esistenti in Italia e nel Mediterraneo. Offre una documentazione del sorgere e dell'affermarsi della marineria triestina, prospettando, altresì, un inquadramento storico più ampio sull'evoluzione della nave e degli strumenti di navigazione. Ci sono anche sale dedicate a personaggi e avvenimenti particolari: tra queste la sala Marconi, dove è esposto il modello del piropanfilo Elettra da cui partì il primo messaggio telegrafico senza fili, e la sala Ressel, dedicata all'inventore dell'elica. Una sezione è dedicata alla pesca in uso nell'Adriatico, un'altra all’epoca della navigazione a propulsione meccanica.

DOVE
Via Campo Marzio 5 - tel. +39 040 304885/ +39 040 304987
e-mail:
museomare@comune.trieste.it

QUANDO
da martedì a domenica dalle 8.30 alle 13.30, chiuso il
lunedì e nelle feste politiche e religiose;
Servizio didattico di visite guidate su prenotazione dalle 8.30 alle 13.30 - tel. 040  301821

QUANTO

intero euro 4,00; ridotto euro 3,00; gratuito per i bambini fino ai 5 anni. In occasione di mostre: intero euro 4,50, ridotto euro 3,00

MEZZI
autobus n. 8, 9